PompeiiinPictures

5. Stabiae, Casa di Miri. Monastero di S. Michele Arcangelo della città di Gragnano.

Excavated October 28, 1779, to 29th April 1780. Now reburied.

Scavato dal 28 ottobre 1779 al 29 aprile 1780. Ora sepolto.

Bibliography

Capasso B. 1846. Topografia Storico-Archeologica della Penisola Sorrentina. Napoli, p. 25.

Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari: http://www.centroculturalegragnano.it/il-territorio-antico-di-gragnano-e-lager-stabianus/

Cosenza, G. 1890. Stabia: memorie storiche ed archeologiche, pag. 255.

Cosenza, G., di Petra, G. 1907. Stabia: studii archeologici, topografici e storici, illustrati da incisioni e piante topografiche, p. 60-1.

Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli.

Le Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. I, II, prefazio.

Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples, p. 333-339, Tav. XII.

Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Scavi_archeologici_di_Stabia

 

Scavi Archeologici di Stabia

Villa Casa dei Miri è una villa rustica riportata alla luce nel biennio 1779-80, oggi interrata, che prende il nome dalla strada in cui si trova, a pochi metri dalle ville d'otium dell'antica Stabiae. La costruzione è divisa in due zone: quella abitativa e quella rustica; la zona abitativa è composta da un vestibolo con tre colonne, nel quale si trova anche la scala che conduce al piano superiore, che divide l'ingresso da un piccolo atrio: da questo si apre l'accesso oltre che a diversi cubicula anche a un grande peristilio, affrescato e pavimentato a mosaico in frantumi di marmo, dove sono presenti venti colonne disposte a colonnato ed ad un quartiere termale. La parte rustica comprende una serie di ambienti destinati principalmente alla produzione dell'olio come testimonia il ritrovamento di due torchi oleari con una vasca: è inoltre presente un'aia nella quale è stato rinvenuto un vaso di terracotta, diviso in vari scomparti, utilizzato per ingrassare i ghiri, uno dei cibi prediletti dai romani.

Archaeological Excavations of Stabia

Villa Casa dei Miri is a rustic villa unearthed in 1779-80, today buried, and named after the street where it is located, a few metres from the otium villas of ancient Stabiae. The building is divided into two areas: the residential and the rustic area. The residential area consists of a vestibule with three columns, in which is also the staircase leading to the upper floor, which divides the entrance from a small atrium: from this opens access not only to several cubicula but also to a large peristyle, frescoed and paved with marble mosaic, where there are twenty columns arranged in a colonnade and a thermal quarter. The rustic part includes a series of rooms used mainly for oil production, as evidenced by the discovery of two oil presses with a basin: there is also a threshing floor in which an earthenware pot, divided into several compartments, was found, used for fattening dormice, one of the Romans' favourite foods.

 

See https://it.wikipedia.org/wiki/Scavi_archeologici_di_Stabia

 

Stabia, Casa di Miri. Plan, c.1780, by Francesco La Vega.
See Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples. Tav. 12.

Stabia, Casa di Miri. Plan, c.1780, by Francesco La Vega.

See Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples. Tav. 12.

 

Ruggiero: Giornale Secondo dello Scavo di Stabia Relativo alla Pianta della Fabbrica in Questo Inclusa [sopra]

 

Italiano (lingua dell’epoca)     English - La nostra traduzione approssimativa

 

Restano queste fabbriche nel podere detto Casa di Miri del Monistero di S. Michele Arcangelo della città di Gragnano. Si è incominciato tale scavo alli 28 Ottobre 1779.

 

N. 1. Dalli 28 Ottobre alli 12 Novembre 1779 si è ricercata la porzione di cortile che si osserva disegnato; quale ha il pavimento di calcinaccio e le sue mura sono rivestite d'intonaco con polvere di mattoni; ad un angolo del medesimo vi è pozzo, e vicino al medesimo vasca male conformata. Nello stesso cortile si è trovalo alli 30 Ottobre il seguente. Di bronzo. Un vaso a guisa di pentola con manico come quello de' caldai, alto once 13, di diametro alla pancia once 13 ed alla bocca once 10 1/2; viene cinto questo da una fascia di piombo.

 

N. 2. Dalli 29 Ottobre alli 2 Novembre si è scoperta la stanza contrasegnata con pavimento di calcinaccio ed intonaco bianco ordinario; e si è trovato nella medesima. Di bronzo. Un vaso con maschera nello scudetto del manico, quale resta distaccato; tale vaso è alto once 5, di diametro alla pancia once 5 1/2 ed alla bocca once 4 1/2. Tre chiodi. Mezzo mastietto. Un amo. Altro pezzetto informe dello stesso metallo. Di ferro. Una ronca. Di creta. Due vasi di quei che comunemente chiamansi mummole, alto ciascuno once 8. Un vasetto di diametro minuti 16, d'altezza minuti 9; questo resta un poco rotto nel labbro. Di vetro. Tre caraffine di quelle che chiamano lacrimatoi. Di osso. Uno spillone.

 

N. 3. Dalli 3 alli 8 Novembre si è ricercata la stanza determinata. Il pavimento è di lastrico con mattoni pesti e gl' intonachi bianchi ordinari. Sopra la soglia della medesima stanza si è trovato il seguente. Di bronzo. Due monete di modulo grande; una di Nerone che ha nel rovescio uomo a cavallo e sotto scritto, DECVRSIO; altra di Vespasiano con rovescio di figura armala che resta in piedi vicino ad una palma, e sedente vicino alla medesima una donna ed attorno vi è scritto, IEVDA CAPTA. Vaso con collo stretto e boccaglio, quale nell'ogliari, alto once 8 1/2, di diametro alla pancia once 8 1/2 ed al collo once 2; gli manca il manico quale si conosce che era di ferro.

 

N. 4. Dalli 8 alli 9 Novembre si è scavata questa stanza con pavimento di calcinacci ed intonachi bianchi ordinari.

 

N. 5. Dalli 9 alli 11 Novembre si è ricercata questa stanza con pavimento di lastrico con mattoni pesti ed intonaco bianco ordinario; e si è trovato. Di bronzo. Un vaso senza manichi, di diametro alla pancia once 20, alla bocca once 15 ed è alto once 10; questo è alquanto rotto. Altro vaso a foggia di pentola con cerchio di ferro attorno alla gola dal quale nascono due manichi; è alto once 10, di diametro alla pancia once 10 ed alla bocca once 7. Un anello di diametro once 2. Un pezzo di lastrarella ritorta. Di ferro. Una pala con orlo all'intorno rilevato. Un rastrello con sei denti, ma soli quattro ne restano sani. Una ronca rotta. Di creta. Una idria a due manichi, alta palmi 2 1/2, di diametro alla pancia once 14. Altra idria a due manichi alta palmo 1 3/4, di diametro alla pancia once 10. Un vaso ad un manico di quei che volgarmente chiamano mummole alto once 15. Altro vaso ad un manico a un dipresso come pentola, alto once 14. Un boccale d'altezza once 9; nel corpo del medesimo vi restano quasi incise, OP.

 

N. 6. Alli 10 Novembre si è incominciato a scavare in questo cortile, dove si è continuato per più tempo, secondo si riporterà in appresso. E propriamente alli 15 dello stesso mese nel sito contrasegnato si è trovato un mortaio di travertino, alto palmo 1 1/2, di diametro palmo 1 1/3; quale non si è mandato al Museo.

 

N. 7. Alli 20 Novembre nel sito contradistinto si è trovato un vaso di creta con dentro vari compartimenti per uso d'ingrassare i ghiri; questo è alto palmi 2 1/6, di diametro palmo 1 1/2. Non si è mandato al Museo per essersi trovato alquanto rotto. Vicino al medesimo vaso si sono trovati più pesi di creta cotta, quali neppure si sono mandati al Museo.

 

N. 8. Dalli 21 alli 24 Novembre si è scavata la stanza contrasegnata, quale ha il pavimento di lastrico con mattoni pesti e gl'intonachi che rivestono le mura sono bianchi ordinari. E si è trovato nella medesima. Di bronzo. Una piastra di serratura. Un chiodo. Di ferro. Due spranghe. Di marmo. Una lastra mal propria, servita ad uso di mensa con colonnetta di creta che la reggeva.

 

N. 9. Dalli 25 alli 30 Novembre si è ricercata questa stanza con pavimento di calcinacci ed intonachi bianchi ordinari; e si è trovato nella medesima. Di piombo. Un peso. Il guscio di una grossa lumaca di mare.

 

N. 10. Alli 29 Novembre nel sito contrasegnato si è trovalo una specie di mortaio di creta cotta rotto in cinque pezzi; quale ha nel labbro due marchi che pare sieno SARIN COM M…, e vicino al medesimo più idrie rotte.

VICTVS . FE…

 

N. 11. Alli 3 Dicembre 1779 si è trovato nel sito contra segnato un dolio grande di creta, ma questo del tutto rotto. Il coperchio del medesimo benanche di creta di diametro palmi 2 solo si è mandato al Museo alli 7 Gennaio 1780.

 

N. 12. Dalli 3 alli 6 Dicembre si è scavato il corridore determinalo con pavimento di lastrico con mattoni pesti, e degl'intonachi piccola porzione che ne resta è colorita negra.

 

N. 13. Dalli 7 a Ili 11 Dicembre si è scavato lo stanzolino contradistinto. Il suo pavimento era di musaico bianco attorniato da una fascia negra; tale pavimento di musaico si è levato in pezzami. Secondo piccola parte che resta degl'intonachi, sono questi dipinti con zoccolo di campo negro e nel la parte superiore su fondo bianco vi sono

delle fasce rosse; ma tutto è sì patito che non è possibile formarne giusta idea.

 

N. 14. Dalli 13 alli 14 Dicembre si è scoperta la porzione di stanza che si vede disegnata, della quale altro non si è possuto determinare che avesse la stufa sotto del suo pavimento.

 

N. 15. Dalli 15 alli 28 Dicembre si è scavata questa stanza.: il suo pavimento è di lastrico colorito rosso formato da polvere di mattoni; gl'intonachi sono ordinari formati benanche con polvere di mattoni; il davanzale della finestra è di marmo. Si è trovato in questa alli 28 Dicembre il seguente. Di bronzo. Una moneta di modulo mezzano ricoperta di ruggine. Tre patere; una di diametro once 8, di fondo once 3, manico lungo once 6; altra di diametro once 6, di fondo once 4 1/2, manico lungo once 6, ed altra di diametro once 9, di fondo once 5, manico lungo once 8. La prima di tali patere è in buono stato, le altre due sono molto rotte. Un prefericolo con manico abbellito da vari ornati e da una maschera; è alto once 8, di diametro alla pancia once 5, resta rotto nel fondo. Due bilichi con corrispondenti piastre. Tre mastietti. Una stanghetta ed altri tre pezzi appartenenti a serratura. Dodici anelli di varie misure. Una fibbia lunga once 3 1/2. Cinque teste di stecchette ed altri pezzetti inutili. Di osso e di avorio. Un pezzo di stinco lungo once 3 levigato all'esterno e con alcuni fori. Una borchia. Porzione di un ago crinale colla testa abbellita da vari ornati. Un cucchiarino mancante di parte del manico. Una corniola a guisa di ghianda, lunga once 6 1/2 e traforata per lo suo lungo; resta un poco rotta ad uno delli suoi estremi. Di vetro. Una caraffa della solita forma, alta once 7. Una caraffa di colore turchino a foggia d'idria con fondo azzurro, alta once 4 1/2. Altra caraffina di forma quasi simile all'antecedente, ma con tre pieducci, alta in tutto once 3 1/2. Quantità di bottoni; molti fra questi simili alli grani di corona. Piccolo pezzo di lastra di forma irregolare, ma che si avvicina all'ovato, lungo minuti 2 3/4 e resta questo traforato da parte a parte per la direzione della sua larghezza. In ciascuno de' suoi piani resta racchiuso da piccolissimo giro di colore verde, come è l'intiera pasta del vetro, un campo smaltato color tané oscuro; su ciascuno di questi due campi vi è dipinta a miniatura con colori al naturale una maschera con barba e quasi con dei raggi attorno alla fronte; una di tali maschere è molto patita. Un pezzo di color verde in forma di grappolo d'uva, alto minuti 4; altro pezzo a foggia di vasello con corpo baccellato, alto minuti 5. Questi due ultimi pezzi hanno gli appiccagnoli per sospendersi. Un amuleto consistente nelle parti virili, e sopra al pettignone appiccagnolo pel quale sospendersi. Questo fu trovato alli 3 Gennaio 1780 fra poca terra che era resta la da ricercarsi. Di creta. Una tazza a due manichi, sottilmente lavorata, di diametro once 3 1/2, d' altezza once 3, compreso il pieduccio. Di ferro. Porzione di un candelabro, cioè la parte verso il piede, quale è formata da tre semplicissime zampe ed è alto tale pezzo palmi 2.

 

N. 16. Nello stesso sopra mentovato tempo si è scavato lo stanzolino contrasegnato, quale ha il pavimento di calcinacci e le mura sono rivestite d'intonaco ordinario.

 

N. 17. Alli 4 Gennaio 1780 si è terminato di ricercare buona porzione di questo cortile. Il suo pavimento nel mezzo è di terra; quello che restava coperto dal portico è di calcinaccio_; le mura sono rivestite d'intonachi bianchi ordinari e sì le colonne che i pilastri sono di semplici tufi e mattoni privi di rivesti tura; e vi sono delli bassi muriccioli che passano da colonna a pilastro 1 fuori che da un lato, come si osserva nella pianta. Propriamente nel sito determinato dal muro (forse numero) nel sopraddetto giorno de' 5 Gennaio si è trovato il seguente. Di bronzo. Una moneta di modulo piccolo. Un anello da dito. Un mastietto. Un pezzo per testiera di cavallo, formata da due parti pressoché semicircolari legate fra loro con due traverse. Un pezzo formato da due borchie legate assieme per mezzo d'una maglia. Altra borchia circolare. Una lastrarella rettangola. Quattordici fra borchiette e teste di stecchette. Due pezzi fatti a cuore forse per mettersi penzoloni a qualche fenimento di cavallo. Quest'ultimo pezzo fu trovato alli 27 Dicembre 1779 in sito poco distante. Di ferro. Due casse di serrature. Altri due pezzi.

 

N. 18. Dalli 5 alli 7 Gennaio si è scoperto lo stanzolino contrasegnato; il suo pavimento è di lastrico con mattoni pesti, le mura sono rivestite d'intonaco ordinario e si è trovato il seguente. Di creta. Una idria a due manichi alta palmi 3 e di diametro alla pancia palmo 1 ed once 3, nella quale vi è scritto con caratteri rossi AML. Di ferro. Un treppiede.

 

N. 19. Dalli 7 alli 12 Gennaio si è scoperta questa stanza con pavimento di lastrico di mattoni pesti colorito rosso, intonachi rossi distinti in più riquadri d' alcune fasce negre e da zoccolo negro, e sì nelle fasce che nel zoccolo vi sono degli ornati grotteschi; nel mezzo di ciascun riquadro vi è un quadro dipinto con istoria; ma tutte tali pitture sono molto patite. Si è trovato nella medesima stanza il seguente. Di bronzo. Tre pezzi ad uso di serrature. Un uncino legato al suo occhio. Tre borchie con perni di ferro ne' centri. Di ferro. Due bilichi. Di osso. Sei pezzi di stinchi con alcuni fori traversali e levigati nell'esterno.

 

N.20. Dalli 13 (gennaio) al 1.° Febbraio 1780 si è scavata questa stanza; il suo pavimento è di lastrico con mattoni pesti; le mura quali restano in gran parte ruinate sono rivestite d'intonachi bianchi ordinari. Si è trovato. Di bronzo. Una moneta di modulo grande. Un vaso in forma di conca di diametro once 15, d'altezza once 13; questo è molto lesionato. Vaso senza manico con tre piccoli piedi, de' quali ne resta solo uno, alto once 15, di diametro alla pancia once 15 ed alla bocca once 12, in cattivo stato. Altro vaso con piede come l'antecedente alto once 9, di diametro alla pancia once 9 ed alla bocca once 7 ½. Altro vaso quasi cilindrico e con piccola convessità nel fondo, di diametro once 13, d'altezza once 7 1/2; questo è lesionato. Un pozzonetto di diametro alla pancia once 8 ed alla bocca once 6 ed alto once 5; il manico è lungo once 7. I detti cinque vasi sono tutti affumati nell' esterno. Una specie di tazza con becco come quello di una lucerna, forse un simpluvio; questa ha di diametro once 6, d'altezza once 3; il metallo della medesima sembra ottone; è benissimo lavorata. Tre scudetti e due stanghette di serrature. Due catenelle con occhietti ad ambi gli estremi; sicchè pare che abbiano fatto le veci di maniglie a qualche mobile. Due piccoli anelli con occhietti. Due chiodi e vari frantumi dello stesso metallo. Di ferro. Una specie di gabbia formata da quattro aste e da sedici traverse che le legano fra loro; questo istrumento è rotto in varie parti ed è mancante d'alcuni pezzi. Una maniglia. Di vetro. Un piatto di color turchino eccellentemente lavora to al tornio, di diametro once 12 1/2, d'altezza minuti 6; manca a questo quasi la metà del giro. Tre caraffe quadrate con un manico per ciascuna; sono alte once 10 ed once 6, e la larghezza del lato in tutto è di once 4. Un vasetto alto once 3, di diametro alla pancia once 3 1/2 ed alla bocca once 3. Un alberello di smalto color verdino, di diametro minuti 12, alto minuti 6. Più pezzi, altri sferici, altri a foggia delle anime de' bottoni.

Di creta. Tre vasi di quei che volgarmente chiamano mummole, alti da once 10 ½ ad once 7 ½. Un vasetto alto once 4 4/5, di diametro alla pancia once 3 1/2 ed alla bocca once 2. Due vasi a due manichi per ciascuno, alto uno di questi once 18 ed altro once 15. Di marmo. Piede che regge una mensa circolare, ornato da baccellature; il piede, quale è di marmo statuario, ha d'altezza once 14 1/2; la mensa ha di diametro once 14 ed è di portasanta; al piede manca un cantone del plinto ed è alquanto rotta la mensa nel suo giro. Sette pesi di marmo negro; il primo fra questi ha di diametro once 4 1/2 e d'altezza once 2 3/5 e vi è inciso con dei punti, V; il secondo ha di diametro once 3 2/5, vi resta inciso, II. Il più grande fra gli altri cinque ha di diametro minuti 11 e d'altezza minuti 8; ed il più piccolo ha di diametro minuti 8 e d'altezza minuti 5; in quest'ultimo vi sono incisi due punti ed in uno degli altri, quattro punti. Un mortaio con due manichi di una certa pietra quasi negra, alto once 6. Più colori in paste, cioè del turchino, del verderame, della terra verde, della terra gialla in sei pizzette, della lacca in due pizzette, del bianco.

 

N. 21. Dalli 4 alli 12 Febbraio si è scavata questa stanza. Il pavimento è di lastrico con mattoni pesti colorito rosso. Negl' intonachi delle pareti il zoccolo è ornato con grotteschi su fondo negro; in ciascuno dei muri laterali sopra del zoccolo già descritto vi sono tre riquadrature di colore giallo distinte tra loro con fasce bianche, e tali riquadrature sono abbellite di listelli rossi all'intorno e di un paesino nel mezzo a chiaroscuro giallo, a riserva dei due riquadri di mezzo, ciascuno de' quali ha nel centro un quadro con testa d'uomo, quasi ritratti. la parete verso la porta che quella verso la finestra ha semplice fondo giallo con paesini e listelli sul fare delle altre. Ma tutte le descritte pitture si sono trovate in pessimo stato.

 

N. 22. Dalli 6 alli 24 Febbraio si è scoperto il vestibulo determinato. Il suo pavimento è di terra battuta e si le mura che le colonne sono rivestite d'intonaco bianco. Di lato vi è una scala, secondo resta segnata, quale era in parte di fabbrica ed in parte di legno, secondo le vestigia. Si è trovato nel medesimo vestibulo come appresso. Di bronzo. Una moneta di modulo mezzano coperta di ruggine. Un vaso senza manico alto once 6, di diametro alla pancia once 12 ed alla bocca once 9; questo è tutto affamato ed in più parti ammaccato. Un coperchio di diametro once 7 1/2 tutto rotto. Un pezzo di boccaglio di vaso. Due borchie per situarsi penzoloni a qualche fenimento di cavallo. Altra borchia di diametro minuti 6 con un foro nel centro. Tre tente, lunga ciascuna once 6; una fra queste è rotta ad uno degli suoi estremi. Tre pezzetti del medesimo metallo. Di ferro. Due zappe, un piccone. Un anello. Di creta. Vaso ad un manico alto once 20 1/2, di diametro alla pancia once 6 ed alla bocca once 2 ½. Di vetro. Due bottoni, quasi grani di corona. Tre grossi gusci di lumache marine. Due zanne di cignale, ciascuna con un foro fatto ad arte.

 

N. 23. Dalli 24 Febbraio al 1° Marzo 1780 si è scavato lo stanzolino contrasegnato. Il suo pavimento è di lastrico con mattoni pesti e gl' intonachi con polvere di mattoni, e si è trovato in questo. Di bronzo. Due bilichi con corrispondenti piastre. Due anelli per porta con corrispondenti borchie. Alcuni pezzi di lastre ed altri frantumi. Di osso. Ventisei pezzi di stinchi, altri con tre fori ed altri con un foro.

 

N. 24. Dalli 2 alli 19 Marzo si è scavata questa stanza ad uso di fare l'olio, simile in parte ad altra scoperta a Stabia alli 11 Febbraio 1779 nel podere chiamato l'Ogliaro, come dal corrispondente giornale. Il suo pavimento è di lastrico con mattoni pesti, e sì il rivestimento delle vasche che gl' intonachi delle pareti sono con polvere di mattoni; le parti che sono in questa si descriveranno nel disegno che resta nel fine del presente giornale. Quello che si è tolto da tale edificio è il seguente. Di bronzo. Due piastre ed una stanghetta di serratura. Di piombo. Cassetta di palmo 1 3/4, per ciascun lato e palmo 1 1/2 d'altezza. Alcuni pezzi di fasce unite a dei perni di ferro. Di ferro. Quattro cerchi di diametro palmo 1l 1/2, di larghezza minuti 8. Di pietra del Vesuvio. Un infrantoio simile a quello che si trova delineato nel giornale sopra nominato. E questo si è trasportato in Pompei (1).

(1)  Questa cella olearia col trapeto é pubblicata dagli Ercolanesi con tutti i disegni nella prefazione al tomo delle lucerne e candelabri, e la dicono scoperta medesimamente nella contrada detta Casa di Miri, ma sul finire dell'anno 1779.

 

Stabiae, Casa di Miri. Room 24. 1792. Pianta e sezione della cella e del trapetum dell'olio per Pietro La Vega.
Vedi Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. I.

Stabiae, Casa di Miri. Room 24. 1792. Pianta e sezione della cella e del trapetum dell'olio per Pietro La Vega.

Vedi Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. I.

 

Stabiae, Casa di Miri. Room 24. 1792. Pianta e sezione del trapetum dell'olio per Pietro La Vega.
See Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. II.

Stabiae, Casa di Miri. Room 24. 1792. Pianta e sezione del trapetum dell'olio per Pietro La Vega.

See Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. II.

 

N. 25. Alli 11 Aprile 1780 si è terminato di ricercare il cortile contrasegnato, quale da più tempo si era incominciato a scavare. Il pavimento della parte scoperta di questo è di terra, e di quella sotto al portico è di lastrico con frantumi di marmi negri, sparso di stelle bianche; il canale che riceve le grondaie è ricoperto con lastrico di mattoni pesti come il piccolo podio o sia gradino rilevato fra colonna e colonna; la fronte di questo grado verso il canale è dipinta con dei pesci su fondo turchino. L'intonaco del muro che circonda questo cortile è dipinto con zoccolo rosso oscuro, e sopra questo la parete viene distinta con vari riquadri, altri bianchi, altri rossi chiari, distinti fra loro con listelli rossi carichi. Le colonne sono ottagone e rivestite di stucco bianco.

 

N. 26. Dalli 7 alli 12 Aprile 1780 si è scoperto il sito contrasegnato con pavimento di calcinacci e mura rivestite d'intonaco ordinario.

 

N. 27. Dalli 8 alli 26 Aprile si è ricercato in porzione il sito contrasegnato; il pavimento di questo è di terra; il muro che lo circonda, sino all'altezza di palmi 2 1/4, è del tutto rustico, sopra si eleva il medesimo traforato con saettiere sino all'altezza di palmi 6 1/2; e sì la porzione fra l'una e l'altra saettiera che quella che gli resta sopra viene rivestita d'intonaco bianco.

 

N. 28. Dalli 24 alli 29 Aprile si è fatta qualche ricerca in questo sito, quale è un piano di terra sottoposto a quello del n. 28 di circa palmi 6.

 

N. 29. Nello stesso sopra mentovato tempo si è scavato per qualche poco il sito contrasegnato che è un piano di terra con mura, quale per cingere i poderi con cresta nella loro sommità. E fuori di consimili mura non si è possuta scoprire altra fabbrica in qualche distanza da questa. Si è continuato a ricercare tale muro sopra notato sino alli 6 Maggio.

 

Vedi Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples, p. 333-339.

 

Ruggiero: Second Journal of the Excavation of Stabia Relative to the Plan of the building included herein [above]

 

[Our approximate English translation]

 

These remains are in the farm called Casa di Miri of the Monastery of S. Michele Arcangelo in the city of Gragnano. This excavation began on 28 October 1779.

 

N. 1. From the 28th of October to the 12th of November 1779, the portion of the courtyard shown in the drawing was excavated; its floor is made of rubble and its walls are covered with plaster containing brick dust; at one corner of the courtyard there is a well, and next to it a badly shaped basin. In the same courtyard the following was found on 30 October. Of bronze. A vase in the shape of a pot with a handle like that of a cauldron, 13 onces high, with a diameter at the belly of 13 onces and at the mouth 10 1/2 onces; this is encircled by a band of lead.

 

N. 2. From the 29th of October to the 2nd of November, this room with a floor of rubble and ordinary white plaster was discovered; and found in the same room was: Bronze. A vase with a mask in the shield of the handle, which remains detached; this vase is 5 onces high, with a diameter at the belly 5 1/2 onces and at the mouth 4 1/2 onces. Three nails. Half a mastietto. One hook. Another shapeless piece of the same metal. Of iron. A billhook. Of clay. Two vases of type commonly called mummole, each 8 onces high. A small vase 16 minutes in diameter, 9 minutes high; this one is a little broken at the lip. Of glass. Three small jugs of type called lacrimatory. Of bone. One pin.

 

N. 3. From 3 to 8 November this specific room was searched. The floor is paved with crushed bricks and ordinary white plaster. Above the threshold of the same room was found the following. Bronze. Two coins of large form; one of Nero with a man on horseback on the reverse side and underneath it is written, DECVRSIO; another of Vespasian with the reverse side of an armed figure standing near a palm tree, and a woman sitting near it and around it is written, IEVDA CAPTA. A vase with a narrow neck and mouthpiece, like that in the Ogliari, 8 1/2 onces high, with a diameter at the belly of 8 1/2 onces and at the neck of 2 onces; the handle is missing, which is known to have been made of iron.

 

N. 4. From 8 to 9 November this room was excavated with a floor of rubble and ordinary white plaster.

 

N. 5. From the 9th to the 11th of November this room was excavated with a pavement of crushed brick and ordinary white plaster; and it was found. Of bronze. A vase without handles, with a diameter at the belly of 20 onces, at the mouth 15 onces and a height of 10 onces; this one is somewhat broken. Another pot in the shape of a saucepan with an iron hoop around the throat from which two handles emerge; it is 10 onces high, with a diameter of 10 onces at the belly and 7 onces at the mouth. A ring with a diameter of 2 onces. A piece of twisted slab. Of iron. A shovel with a raised rim. A rake with six teeth, but only four remain sound. A broken billhook. Of clay. A hydria with two handles, 2 1/2 palms high, diameter at the belly 14 onces. Another hydria with two handles, 1 3/4 palms high, diameter at the belly 10 onces. A single-handled vase of what is commonly called a mummole, 15 onces high. Another single-handled vase similar to a saucepan, 14 onces high. A pitcher, 9 onces high; in the body of the same there remains faintly engraved, OP.

 

N. 6. On 10 November, excavation began in this courtyard, where it continued for some time, as will be reported below. Specifically, on the 15th of the same month, a travertine mortar was found at the site indicated, 1 1/2 palms high and 1 1/3 palms in diameter; it was not sent to the Museum.

 

N. 7. On 20 November at the indicated site, a clay vase was found with various compartments inside for fattening dormice; this is 2 1/6 palms high, 1 1/2 palms in diameter. It was not sent to the Museum because it was found to be rather broken. Next to the same vase were found several weights of fired clay, which were not sent to the Museum either.

 

N. 8. From the 21st to the 24th of November, the room described was excavated, which has a paved floor with crushed bricks and the plaster covering the walls is ordinary white. And it was found in the same. Bronze. A lock plate. A nail. Of iron. Two bars. Of marble. An ill-fitting slab, used as a table with a clay column that held it up.

 

N. 9. From 25 to 30 November, this room was searched with a floor of rubble and ordinary white plaster; and it was found in the same room. Of lead. A weight. The shell of a large sea slug.

 

N. 10. On the 29th of November a kind of mortar of baked clay, broken into five pieces, was found in the place described, which has two marks in the lip that seem to be SARIN COM M..., VICTVS . FE...,

and next to it several broken water jugs.

 

N. 11. On 3 December 1779 a large clay dolium was found in the marked site, but this one was completely broken. The lid of the same, also of clay with a diameter of only two palms, was sent to the Museum on 7 January 1780.

 

N. 12. From the 3rd to the 6th of December, the corridor was excavated with a paved floor with crushed bricks, and a small portion of the plaster that remains is coloured black.

 

N. 13. From 7 to 11 December this little room was excavated. Its floor was made of white mosaic surrounded by a black band; this mosaic floor has been raised in pieces. According to a small part that remains of the plasterwork, there are painted with a black background and in the upper part, on a white background there are red bands; but everything is so damaged that it is not possible to form a correct idea of it.

 

N. 14. From 13 to 14 December the portion of the room that is shown in the drawing was discovered, of which nothing else could be determined than it had the stove under its floor.

 

N. 15. From 15 to 28 December this room was excavated: its floor is of red-coloured pavement made of brick dust; the plaster is ordinary, also made of brick dust; the windowsill is of marble. The following was found in this on 28 December. Bronze. A coin of mixed form coated with rust. Three pots; one with a diameter of 8 onces, base 3 onces, long handle 6 onces; another with a diameter of 6 onces, base 4 1/2 onces, long handle 6 onces, and another with a diameter of 9 onces, base 5 onces, long handle 8 onces. The first of these pots is in good condition, the other two are very broken. A praefericulum with handle decorated with various ornaments and a mask; it is 8 onces high, diameter at the belly 5 onces, it is broken at the bottom. Two balances with corresponding plates. Three mastietti. One rod and three other pieces belonging to a lock. Twelve rings of various sizes. A buckle 3 1/2 onces long. Five heads of sticks and other useless pieces. Of bone and ivory. A piece of shank 3 onces long polished on the outside and with some holes. One stud. Portion of a ridge needle with the head decorated with various ornaments. A small spoon missing part of the handle. A carnelian in the shape of an acorn, 6 1/2 onces long and pierced along its length; it is slightly broken at one end. Of glass. A jug of the usual form, 7 onces high. A turquoise coloured jug in the shape of a hydria with a blue bottom, 4 1/2 onces high. Another jug of a shape almost similar to the previous one, but with three little feet, 3 1/2 onces high in all. Quantity of buttons; many of them similar to crown beads. Small piece of slab of irregular shape, but approaching the ovate, 2 3/4 minutes long, and pierced from side to side along the direction of its width. In each of its planes there remains enclosed by a very small circle of green colour, as is the entire paste of the glass, an enamelled field of a dark tan colour; on each of these two fields there is painted in miniature with natural colours a mask with a beard and almost rays around the forehead; one of these masks is very patinated. A green-coloured piece in the shape of a bunch of grapes, 4 minutes high; another piece in the shape of a vase with a ribbed body, 5 minutes high. These last two pieces have hooks for hanging. An amulet consisting of the virile parts, and above the breastplate hangers for suspension. This was found on 3 January 1780 among a little earth that was left there to be searched. Of clay. A two-handled cup, subtly worked, 3 1/2 onces in diameter, 3 onces high, including the foot. Of iron. A portion of a candelabrum, that is, the part towards the foot, which is made up of three very simple legs and is 2 palms high.

 

N. 16. At the same time mentioned above, the small chamber was excavated, which has a floor of rubble, and the walls are covered with ordinary plaster.

 

N. 17. On 4 January 1780, a good portion of this courtyard was excavated. Its floor in the middle is made of earth; what was covered by the portico is made of rubble; the walls are covered with ordinary white plaster and both the columns and the pillars are made of simple tufa and brick without facing; and there are low walls that run from column to pillar except on one side, as can be seen in the plan. Properly at the site determined by the wall (perhaps number) on the aforementioned day of 5 January the following was found. Bronze. A coin of small form. A finger ring. A mastietto. A piece for a horse's harness, formed of two almost semi-circular parts tied together with two crosspieces. A piece consisting of two studs tied together by means of a mesh. Another circular stud. A rectangular slab. Fourteen studs and stick heads. Two pieces made in the shape of a heart, perhaps to be hung from some horse's fender. This last piece was found on 27 December 1779 in a nearby site. Of iron. Two lock cases. Two other pieces.

 

N. 18. From the 5th to the 7th of January the little room marked out was discovered; its floor is paved with crushed bricks, the walls are covered with ordinary plaster and the following was found. Of clay. A two-handled hydria 3 palms high and with a diameter at the belly of 1 palm and 3 onces, on which AML is written in red letters. Di ferro. A tripod.

 

N. 19. From 7 to 12 January, this room was discovered with a red-coloured paved floor made of beaten bricks, red plaster divided into several squares with black bands and a black base, and in the bands and on the base there is grotesque ornamentation; in the middle of each square there is a picture painted with history; but all these paintings are very worn. The following was found in the same room. Of bronze. Three pieces for use as locks. A hook tied to his eye. Three studs with iron pins in the centres. Of iron. Two balances. Of bone. Six pieces of shanks with some transverse holes and polished on the outside.

 

N.20. From 13 (January) to 1 February 1780, this room was excavated; its floor is paved with crushed bricks; the walls, most of which remain ruined, are covered with ordinary white plaster. Here was found. Bronze. A coin of large form. A vase in the form of a basin, 15 onces in diameter, 13 onces high; this one is badly damaged. A vase without handle with three small feet, of which only one remains, 15 onces high, with a diameter of 15 onces at the belly and 12 onces at the mouth, in poor condition. Another vase with foot like the previous one, 9 onces high, diameter at the belly 9 onces and at the mouth 7 1/2 onces. Another vase almost cylindrical and with a small convexity in the bottom, diameter 13 onces, height 7 1/2 onces; this one is damaged. A small pot with a diameter of 8 onces at the belly and 6 onces at the mouth and 5 onces high; the handle is 7 onces long. The said five pots are all smoked on the outside. A kind of cup with a spout like that of a lamp, perhaps a simpluvium; this has a diameter of 6 onces and a height of 3 onces; the metal of the same seems to be brass; it is very well worked. Three shields and two lock-studs. Two small chains with eyes at both ends; so that they seem to have acted as handles on some piece of furniture. Two small rings with small eyes. Two nails and various fragments of the same metal. Of iron. A kind of cage made up of four rods and sixteen crosspieces that bind them together; this instrument is broken in several parts and is missing some pieces. A handle. Of glass. A turquoise dish, excellently turned on the potter's wheel, diameter 12 1/2 onces, height 6 minutes; almost half of the rim is missing. Three square jugs each with a handle; they are 10 onces high and 6 onces, and the width of the side in all is 4 onces. A jar 3 onces high, diameter at the belly 3 1/2 onces and at the mouth 3 onces. A small tree of green enamel, 12 minutes in diameter, 6 minutes high. Several pieces, some spherical, others in the shape of button cores. Of clay. Three vases of what are vulgarly called mummole, 10 1/2 to 7 1/2 onces high. A small vase 4 4/5 onces high, with a diameter at the belly of 3 1/2 onces and at the mouth of 2 onces. Two two-handled jars each, one of them 18 onces high and the other 15 onces. Of marble. A foot holding a circular table, decorated with beads; the foot, which is made of statuary marble, is 14 1/2 onces high; the table is 14 onces in diameter and is made of Portasanta marble; the foot is missing a corner piece of the plinth and the table is somewhat broken in its circumference. Seven weights of black marble; the first of these has a diameter of 4 1/2 onces and a height of 2 3/5 onces and is engraved with dots, V; the second has a diameter of 3 2/5 onces and is engraved, II. The largest of the other five has a diameter of 11 minutes and a height of 8 minutes; and the smallest has a diameter of 8 minutes and a height of 5 minutes; in the latter is engraved two dots and in one of the others, four dots. A mortar with two handles of a certain almost black stone, 6 onces high. More colours in paste, that is turquoise, verdigris, green earth, yellow earth in six tiny pieces, lacquer in two tiny pieces, white.

 

N. 21. From 4 to 12 February, this room was excavated. The floor is paved with red-coloured beaten bricks. On the plaster of the walls the base is decorated with grotesques on a black background; on each of the side walls above the base described above there are three separate yellow panels with white bands, and these panels are decorated with red strips around them and a small landscape in the middle in yellow contrasts, apart from the two panels in the middle, each of which has a painting in the centre with a man's head, almost a portrait. Both the wall towards the door and that towards the window has a simple yellow background with small landscapes and strips on the others. But all the paintings described were found in a very bad state.

 

N. 22. From 6 to 24 February the determined vestibule was discovered. Its floor is made of beaten earth and both the walls and columns are covered with white plaster. To the side there is a staircase, according to the remains marked, which was partly made of brick and partly of wood, according to the remains. It was found in the same vestibule as below. Of bronze. A coin of mixed form covered with rust. A vase without handle 6 onces high, with a diameter at the belly 12 onces and at the mouth 9 onces; this one is all impoverished and in several parts dented. A lid with a diameter of 7 1/2 onces all broken. A piece of the mouth of a jar. Two studs for hanging from some horse's fender. Another stud of diameter 6 minutes with a hole in the centre. Three parts, each 6 onces long; one of these is broken at one of its ends. Three small pieces of the same metal. Of iron. Two hoes, one pickaxe. One ring. Of clay. Vase with one handle 20 1/2 onces high, diameter at the belly 6 onces and at the mouth 2 1/2 onces. Of glass. Two buttons, almost crown beads. Three large sea slug shells. Two boar tusks, each with an artfully made hole.

 

N. 23. From 24 February to 1 March 1780, the small room marked out was excavated. Its floor is paved with crushed bricks and the plaster with brick dust and found here was: Bronze. Two scales with matching plates. Two door rings with corresponding studs. Some pieces of slabs and other fragments. Of bone. Twenty-six pieces of shanks, some with three holes and some with one hole.

 

N. 24. From the 2nd to the 19th of March, this room for the purpose of making oil, was excavated similar in part to another discovered in Stabia on the 11th of February 1779 in the farm called Ogliaro, as per the corresponding journal. Its floor is paved with crushed bricks, and both the coating of the basins and the plastering of the walls are made with brick dust; the parts that are in this room are described in the drawing that remains at the end of this journal. What has been removed from this building is as follows. Of bronze. Two plates and a lock bar. Of lead. Box 1 3/4 palms, each side and 1 1/2 palms high. Some pieces of bands joined to iron pins. Of iron. Four circles 1 1/2 palms in diameter, 8 minutes wide. Of stone from Vesuvius. An infrantoio similar to the one outlined in the above mentioned journal. And this was transported to Pompeii (1).

(1) This oil cella with trapetum is published by the Ercolanesi with all the drawings in the preface to the tome on the oil lamps and candelabra, and they say it was discovered in the same way in the district known as Casa di Miri, but at the end of the year 1779.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1792. Plan and cross section of oil cella and trapetum by Pietro La Vega.
See Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. I.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1792. Plan and cross section of oil cella and trapetum by Pietro La Vega.

See Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. I.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1792. Plan and cross section of trapetum by Pietro La Vega.
See Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. II.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1792. Plan and cross section of trapetum by Pietro La Vega.

See Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, Tav. II.

 

N. 25. On 11 April 1780, the excavation of the courtyard, which had been underway for some time, was completed. The floor of the uncovered part of this was of earth, and that under the portico is of paving with fragments of black marble, scattered with white stars; the channel that receives the gutters is covered with paving of crushed brick as is the small podium or step raised between column and column; the front of this grade towards the channel is painted with fish on a turquoise background. The plaster of the wall surrounding this courtyard is painted with dark red plinths, and above this the wall is distinguished with various squares, some white, some light red, distinguished from each other with deep red strips. The columns are octagonal and covered with white stucco.

 

N. 26. From 7 to 12 April 1780 this site was discovered with a floor of rubble and walls covered with ordinary plaster.

 

N. 27. From the 8th to the 26th of April, a portion of this site was searched; the floor of this is earthen; the wall that surrounds it, up to a height of 2 1/4 palms, is completely rustic, and above it the same wall is pierced with studs up to a height of 6 1/2 palms; and both the portion between the studs and the portion above them is covered with white plaster.

 

N. 28. From the 24th to the 29th of April, some research was carried out on this site, which is a plot of land subordinate to that of n. 28, measuring approximately 6 palms.

 

N. 29. During the same time mentioned above, this site was excavated for a short while, which is a plot of land with walls, with a ridge on the top, which enclose the farms. And outside such walls, no other building was discovered at some distance from this one. The search for this wall noted above continued until 6 May.

 

See Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples, p. 333-339.

 

Giuseppe Cosenza e Giulio di Petra 1907

Sembra invece appartenere tutta al fondo Casa di Miro (Minieri) una grandiosa villa rustica e fructuaria, scavata dalla fine del 1779 al principio del 1780 (Rugg., Tav. XII). Sul davanti la fauce, ed a manca, oltre la stanza per il villicus, un portico a tre colonne con scala in angolo. Si entrava poi nel primo piccolo peristilio, che aveva cellae a dritta ed un horreum a fianco. Dal peristilio si giungeva ad altre cellae e ad una cohors rustica con cisterna e semipiscina. Un corridoio, in fondo all'angolo destro, conduceva nel tepidarium e calidarium, adorni, come sempre, di musaici e pitture, ma questa parte è appena abbozzata nella pianta. A sinistra del peristilio vedevansi uno spazioso triclinio con accanto un cellarium, ed una grande culina. L'apertura di rincontro all'entrata menava ad un secondo peristilio assai spazioso, con venti colonne ottagone di stucco bianco e con pesci dipinti sul muro del podium. Parimenti abbellite da rappresentazioni e grotteschi erano due stanze, che paiono semplici cellae. Un terzo vano, dal medesimo lato, dava adito alla spaziosa cella olearia, con i consueti annessi (Nota 1). Da questa si usciva in un'area rettangolare, che aveva livello superiore al circostante, tutt'in giro protetta da un muro con feritoie. Manca sulla pianta l'intera parte destra, che rimase interrata. Vi è accenno ad un muro di pomarium con cresta sulla sommità.

Nota 1: Fu questa la cella olearia che ampiamente illustrarono gli Ercolanesì nella prefazione di Lucerne e candelabri di Ercolano.

 

Vedi Le Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, prefazio, Tav. I, e Tav. II.

Vedi Cosenza, G., di Petra, G. 1907. Stabia: studii archeologici, topografici e storici, illustrati da incisioni e piante topografiche, p. 60-1.

Vedi Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples, p. 333-339, Tav. XII.

Giuseppe Cosenza and Giulio di Petra 1907

It all seems that, a grandiose rustic and fruit growing villa, excavated from the end of 1779 to the beginning of 1780 (Rugg., Tav. XII), belongs entirely to the Casa di Miro (Minieri) estate. To the front was the fauces, and to the left, beyond the room for the steward, a portico with three columns with a staircase in the corner. One then entered the first small peristyle, which had a cellae on the right and a horreum to the side. From the peristyle one reached other cellae and a rustic courtyard with a cistern and half-pool. A corridor at the far right corner led to the tepidarium and calidarium, adorned, as always, with mosaics and paintings; but this part is scarcely sketched in the plan. To the left of the peristyle was a spacious triclinium with a storeroom next to it, and a large kitchen. The opening opposite the entrance led to a second, very spacious peristyle, with twenty octagonal columns of white stucco and painted fish on the podium wall. Similarly adorned with representations and grotesques were two rooms, which appear to be simple cellae. A third room, on the same side, gave access to the spacious cella olearia, with the usual annexes (Note 1). From this one exited into a rectangular area, which had a higher level than the surrounding area, all around protected by a wall with loopholes. Missing from the plan is the entire right side, which remained underground. There is mention of a pomarium (orchard) wall with a crest on top.

Note 1: This was the oil cell that the Ercolanesi amply illustrated in the preface of Lucerne e candelabri di Ercolano.

 

See Le Antichità di Ercolano: Tomo Ottavo: Lucerne, Lanterne, Candelabri, 1792, preface, Tav. I, and Tav. II.

See Cosenza, G., di Petra, G. 1907. Stabia: studii archeologici, topografici e storici, illustrati da incisioni e piante topografiche, p. 60-1.

See Ruggiero M., 1881. Degli scavi di Stabia dal 1749 al 1782, Naples, p. 333-339, Tav. XII.

 

Cosenza 1890 p. 255.

Importantissime quanto le precedenti sono due altre ville, una rustica e fructuaria e l’altra rustica semplicemente, scoverte nella proprietà un tempo appartenente al monastero di S. Michele in Gragnano, ora villa Trifari, alla contrada detta Casa di Miro. Erano site in mezzo ai campi, molto lontane da alcun altro edifizio antico, ed ai due lati dell'odierno sentiero campestre, che, addetto al servizio del fondo, lo taglia per metà.

 

Lo scavo della prima di queste ville, eseguito dal 28 ottobre 1779 al 29 aprile 1780, procedette con tale ordine e con criterii tanto esatti, - perché diretto dal la Vega, - che possiamo ora definire con esattezza la parte rustica e la fructuaria della stessa villa, nonché, fra i diversi cortili, i bagni, le abitazioni, l’aia, l’orto cinto da mura.

 

Il vestibolo, con pavimento di pietra battuta, aveva sul fronte tre colonne rivestite, insieme al muro, di tonaca bianca; una scaletta portava alla stanza del procurator villae, che soprastava all’alloggio del villico. Qui furono trovati, fra molti e diversi oggetti, parecchi indubbiamente caduti dal piano superiore, alcuni finimenti per cavalli, due zappe, un piccone, e due zanne di cinghiale con foro, adibite forse contro il fascino, la cui superstizione era grande presso gli antichi. Attorno ad un cortile di modeste proporzioni, che aveva peristilio e due colonne nel centro, - ove si rinvennero due mortai di travertino in pezzi, uno dei quali con lettere sul labbro, - erano, fra molte stanze in giro, cinque cellae con pavimento di calcinaccio o lastrico di mattoni pesti e mura d' intonaco bianco ordinario; qui, tra gli oggetti rustici, vennero fuori una ronca, parecchi vasi di creta e di bronzo ed alcune monete. Presso era l’horreum, luogo ove si riponevano gli utensili campestri durante il riposo, contenente una pala, un rastrello, una ronca di ferro ed un vaso a forma di caldaia con manico e fascia di piombo, conservato nel Museo al n. 74711.

 

Due passaggi, fauces, con intonachi dipinti di nero, immettevano da un lato in un cortile rustico con pavimento di calcina, avente in un angolo un pozzo ed una vasca di fabbrica, - la cohors, il pozzo e la semipiscina, secondo le seguenti parole di Varrone: cohortes in fundo magno duae aptiores, una ut interius compluvium habeat lacum, ubi acqua saliat, qui infra stylobatas cum venit, sit semipiscina; - e dall'altro lato nei bagni composti del tepidarium, con pavimento di musaico bianco fasciato di nero e mura dipinte a fondo bianco con fasce rosse, e della stufa, in parte ruinata, con le suspensurae. A queste seguivano altri accessorii che non vennero in luce. E da notare che sul cortile precedente le fauces si trovo un vaso di creta a varii scompartimenti, usato per ingrassare i ghiri, ghiotto cibo dei crapuloni romani.

 

Un bel triclinio situato verso l’altro lato del peristilio, grande, rettangolare, con finestra e davanzale di marmo e pavimento di lastrico a color rosso, conteneva moltissimi minuti oggetti, tra cui una lastra dipinta con maschere a miniatura ed un pezzo di vetro a forma di vasetto striato con appiccagnolo (Museo n. 13655, Vetri). Accanto eravi una stanzetta, cellarium, con finestra sul vestibolo, presso cui, al difuori, si rinvenne un grande dolio di creta. La culina, esistente dietro al triclinio, era magna et alta, come richiedevasi; e da essa vennero fuori, fra molti oggetti di cucina, cinque vasi affumicati, un vaso di ottone di finissimo lavoro (Museo n. 68832 br. e ferri), una gabbia di ferro rotta in più parti (id. 79258), piatti ed' ampolle di vetro e di terracotta, un mortaio, il piede di un vaso di marmo, forse antecedentemente sottratto, con tavola di marmo portasanta, e sette pesi di marmo con numeri incisi.

 

La parte più nobile di questa villa era il secondo peristilio, quadrilungo, con 20 colonne ottagone di stucco bianco, solaio di terra, e lastrico sotto al portico composto di frantumi di marmo nero sparsi di stelle bianche. Un canale di pietra vi girava intorno, ed un podium, dal pavimento di mattoni pesti, presentava il fronte con dipinto di pesci nuotanti nell’acqua marina. L’intonaco del muro che circondava il cortile aveva zoccolo rosso oscuro e riquadri bianchi e rossi, con listelli dello stesso colore più carico. A sinistra di questo peristilio due stanze con finestre al difuori presentavano pavimenti di mattoni pesti colorati in rosso, cd alle pareti intonachi con zoccolo rosso e riquadri a grotteschi, paesaggi e teste di uomini.

 

Seguiva subito la cella olearia, spaziosissima, con entrata dal peristilio ed uscita sull’aia posteriore, situata, insieme alla cucina, a mezzogiorno, verso la parte più calda del cielo. In generale gli antichi si servivano degli stessi strumenti che i moderni per fare l’olio; perciò, in questa cella, ampiamente descritta dagli Ercolanesi nel volume delle lucerne e dei candelabri, ove fu riportato anche il disegno, non mancava l’infrantoio di pietra vesuviana, il trapetum ed il torcularium.

 

Una grande aia di terra, dietro il lato sinistro di questo edifizio, era circondata di mura traforate con saettiere e coverte d'intonaco bianco. Essa corrispondeva perfettamente ai precetti di Columella e di Palladio, osserva il Ruggiero, essendo contigua alla villa., tre volte lunga che larga, alta 6 palmi sul terreno a ridosso, sostenuta da barbacani, e con pavimento di terra che al tempo della mietitura s'induriva, passandovi sopra sassi o colonne, o facendovi correre gli animali. Il cancello, che serviva a renderla ventilata e riparata per gli armenti, è stato qui sostituito da un muro con spesse feritoie.

 

Dietro al cortile rustico, cohors, era un muro con piano di terra, certamente l’hortum o pomarium, che serviva a completare le parti di questa bellissima villa stabiana.

 

Vedi Cosenza, G. 1890. Stabia: memorie storiche ed archeologiche, pag. 255.

 

Cosenza 1890 p. 255.

Just as important as the previous two are two other villas, one rustic and fruit growing and the other simply rustic, found on property once belonging to the monastery of San Michele in Gragnano, now [1890] Villa Trifari, in the district known as Casa di Miro. They were located in the middle of the fields, far from any other ancient buildings, and on both sides of today's country path, which, serving the estate, cuts it in half.

 

The excavation of the first of these villas, carried out between 28 October 1779 and 29 April 1780, proceeded in such an orderly manner and with such exact criteria - because it was directed by la Vega - that we can now precisely define the rustic and fructuaria part of the villa itself, as well as, among the various courtyards, the baths, the dwellings, the threshing floor and the walled kitchen garden.

 

The vestibule, with a beaten stone floor, had three columns on the front, covered, together with the wall, with white plaster; a small staircase led to the procurator of the villa's room, which was above the farmworkers quarters. Here were found, among many different objects, several undoubtedly fallen from the upper floor, some harnesses for horses, two hoes, a pickaxe, and two boar's tusks with a hole in them, perhaps used against spells, the superstition of which was great among the ancients. Around a courtyard of modest proportions, which had a peristyle and two columns in the centre, - where two travertine mortars were found in pieces, one of which had letters on its lip, - there were, among many rooms around, five cellae with floors of rubble or crushed brick paving and walls of ordinary white plaster; here, among the rustic objects, a ronca, several clay and bronze vases and some coins were found. Nearby was the horreum, a place where rural tools were stored during rest, containing a shovel, a rake, an iron billhook and a cauldron-shaped vase with a lead handle and band, preserved in the Museum under No. 74711.

 

Two passages, fauces, with black-painted plasterwork, led on one side into a rustic courtyard with a mortar floor, having in one corner a well and a basin, - the courtyard, the well and the half-pool, according to the following words of Varro cohortes in fundo magno duae aptiores, una ut interius compluvium habeat lacum, ubi acqua saliat, qui infra stylobatas cum venit, sit semipiscina; - and on the other side in the compound baths of the tepidarium, with a floor of white mosaic banded in black and walls painted on a white ground with red bands, and of the stove, partly ruined, with suspensurae. These were followed by other accessories that did not come to light. It should be noted that in the courtyard preceding the fauces there is a clay pot with various compartments, used for fattening dormice, the favourite food of Roman gluttons.

 

A beautiful triclinium located towards the other side of the peristyle, large, rectangular, with a marble window and sill and a red paved stone floor, contained many minute objects, including a slab painted with miniature masks and a piece of glass in the shape of a striated jar with a handle (Museum no. 13655, Vetri). Next to it was a small room, cellarium, with a window overlooking the vestibule, near which, outside, a large clay dolium was found. The kitchen, behind the triclinium, was large and tall, as was required; and from it came out, among many kitchen objects, five smoked vases, a brass vase of very fine workmanship (Museum no. 68832 br. and iron), an iron cage broken in several parts (id. 79258), glass and terracotta plates and cruets, a mortar, the base of a marble vase, perhaps previously removed, with a Portasanta marble table, and seven marble weights with engraved numbers.

 

The noblest part of this villa was the second peristyle, four-sided, with 20 octagonal columns of white stucco, an earthen floor, and paving under the portico composed of black marble fragments scattered with white stars. A stone channel ran around it, and a podium, with a crushed brick pavement, had a front painted with fish swimming in the sea water. The plaster of the wall surrounding the courtyard had a dark red plinth and red and white squares, with strips of the same, more intense colour. To the left of this peristyle, two rooms with windows on the outside had red-coloured crushed brick floors, and on the walls were plastered with red plinths and panels with grotesques, landscapes and men's heads.

 

This was immediately followed by the very spacious oil cellar (cella olearia), with an entrance from the peristyle and an exit to the rear yard, located, together with the kitchen, to the south, towards the hottest part of the sky. Generally speaking, the ancients used the same tools as the moderns to make oil; hence in this cell, amply described by the Ercolanesi in the volume of oil lamps and candelabra, where the drawing was also reported, there was no lack of a crusher of Vesuvian stone, the trapetum and the torcularium.

 

A large threshing-floor, behind the left side of this building, was surrounded by walls pierced with arrows and covered with white plaster. It corresponded perfectly to the precepts of Columella and Palladio, observes Ruggiero, being contiguous to the villa, three times as long as it was wide, six palms high on the ground behind it, supported by barbicans, and with an earthen floor that was hardened at harvest time, passing stones or columns over it, or letting animals run across it. The gate, which served to make it ventilated and sheltered for the herds, has been replaced here by a wall with thick slits.

 

Behind the rustic courtyard, cohors, was a wall with an earthen floor, certainly the garden or orchard, which served to complete the parts of this beautiful Stabian villa.

 

See Cosenza, G. 1890. Stabia: memorie storiche ed archeologiche, pag. 255.

 

Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari

 

La scoperta di questa villa ebbe anche una importanza pratica in quanto influì sulle condizioni olearie del regno, perché all’esempio dell’infrantoio ivi trovato, s’introdussero dei miglioramenti nella macchina, che a tale oggetto si adoperava allora nel napoletano.

 

The discovery of this villa also had a practical importance in that it influenced the oil production conditions in the kingdom, because following the example of the oil mill found there, improvements were made to the machine that was used for this purpose in the Neapolitan area at the time.

 

Vedi/See Capasso B. 1846. Topografia Storico-Archeologica della Penisola Sorrentina. Napoli, p. 25.

http://www.centroculturalegragnano.it/il-territorio-antico-di-gragnano-e-lager-stabianus/

 

Bartolomeo Capasso 1846

Case rurali scoverte nel 1779 nei luoghi detti l'Oliaro, o Casa di Miri, nelle quali si rinvennero alcune reliquie di molini da macinar ulive, e molti vasi di creta da riporvi olio. Ed invero queste ultime scoverte non solo furono importanti per l'archeologia, poiché fecero ocularmente conoscere il metodo tenuto dagli antichi nella manifattura dell'olio, di che imperfette ed oscure nozioni si avevano imprima dagli scrittori; ma in qualche modo influirono puranche sulla economia olearia del nostro Regno, essendosi percommissione sovrana sull'esempio del frantojo ivi rinvenuto cercato d'introdurre alcuni miglioramenti nella macchina che a tale oggetto si adoperava allora presso di noi (1). Ora tutti questi edificii che abbiamo accennati più non si veggono, e solo i monumenti in essirinveouti arricchiscono la preziosasuppellettile del Real Museo ed attestano ancora l'antica civiltà della nostra Stabia.

 

Rural houses unearthed in 1779 in the area known as l'Oliaro, or Casa di Miri, in which some relics of olive mills were found, as well as many clay pots for storing oil. And indeed, these latter discoveries were not only important for archaeology, since they made known to the eye the method used by the ancients in the manufacture of oil, of which imperfect and obscure notions had been imprinted by writers; but they also had some influence on the oil economy of our Kingdom, since the sovereign commission, following the example of the oil press found there, tried to introduce some improvements in the machine used for this purpose among us at that time (1). Now all these buildings we have mentioned are no longer to be seen, and only the monuments found in them enrich the precious collection of the Royal Museum and still bear witness to the ancient civilisation of our Stabia.

 

(1)        Grimaldi. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, 1783.

Vedi/See Capasso B. 1846. Topografia Storico-Archeologica della Penisola Sorrentina. Napoli, p. 25.

 

Domenico Grimaldi, 1783

Stato presente dell'Economia Olearia del Regno di Napoli

Tutto quel che osservo pel Regno di Napoli si può giustamente applicare pella Sicilia.

Present State of the Oil Economy of the Kingdom of Naples

All that I observe for the Kingdom of Naples can rightly be applied to Sicily.

 

Vedi/See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, pp. 24f.

 

Del Frantojo Romano Scoperto nello Scavo di Stabia

Non deon sembrar superflue o inutili le precedenti osservazioni, quando esse servir possono ad illustrare una materia cotanto importante, quale si è l'economia olearia di questi due Regni; e tanto più si rendono necessarie, perché le credo indispensabili per far ben comprendere i vantaggi dello scoperto Frantojo. Tre oggetti si devon aver presenti nella manifattura olearia. L'uno, la buona qualità dell'olio; l'altro, di ricavarlo tutto dalle ulive; ed il terzo, l'eseguir tutto ciò colla menoma spesa possibile, e colla minor perdita di tempo. Or per tutti questi tre oggetti, il Frantojo Romano ha de' vantaggi visibili sopra tutt'i Frantoj, che fi usano al presente nell' Europa olearia.

Of the Roman Oil Mill Discovered in the Excavation of Stabia

The foregoing observations do not seem superfluous or useless when they serve to illustrate such an important subject as the oil economy of these two kingdoms, and they are all the more necessary because I believe them to be indispensable for a clear understanding of the advantages of the uncovered oil mill. Three objects must be kept in mind in the manufacture of oil. The first, the good quality of the oil; the second, to extract it entirely from the olives; and the third, to carry it out at the lowest possible expense and with the least loss of time. Now, for all these three objects, the Roman oil press has visible advantages over all the oil presses that are in use in Europe today.

 

Vedi/See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, pp. 37f.

 

Conseguenze che ne dovranno risultare dalle proposte Società economiche

Non è da credere , che andando in giro per le Provincie persona destinata dal Re, non abbia da frabilire in varj paesi oleari di ciascuna di esse Provincie le proposte Società economiche, le quali applicandosi alle indicate osservazioni, ed a far l'esperienze comparative secondo il piano, che loro sarà dato , ne risulteranno certamente conseguenze utilissime per tutta l'economia olearia di questo Regno : e limitando le Società economiche in un sol paese di ciascuna Provincia, questo solo stabilimento influirà per diffondere prontamente le cognizioni economiche in tutti li restanti paesi oleari della medesima Provincia.

Consequences that will have to result from the proposed Economic Societies

It is not to be believed that a person destined by the King, when travelling through the provinces, will not set up the proposed economic societies in various oil-producing towns in each of these provinces. These economic societies, applying themselves to the aforesaid observations, and making comparative experiments according to the plan that will be given to them, will certainly have very useful consequences for the whole oil economy of this kingdom: and limiting the economic societies to a single town in each province, this establishment alone will have an influence in promptly spreading economic knowledge to all the remaining oil-producing towns in the same province.

 

Vedi/See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, pp. 49f.

 

Descrizione. Del ritrovamento, e ristaurazione di un antico Molino da Olio

Nello scavarsi di Reale ordine gli edifici dell'antica Stabia si sono scoperte più case rurali : una di queste incominciò a scavare alli primi del 1779, nel podere detto l'Oliaro, delle Monache di S. Michele Arcangelo della Città di Gragnano . In distanza di tale edificio fi trovò, nel principio di Febbrajo del sopra nominato anno, macina da olio, composta di una vasca concava con colonnetta nel mezzo, e di due ruote in forma di segmenti di sfere convesse, e ciascuna traforata nel mezzo: tutto di pietra vulcanica molto dura e bucherata……..

 

…….Altra gran casa rurale s'incominciò a scavare nel fine dell'Ottobre del 1779. in un podere detto Casa di Miri, benanche del sopra nominato Monastero. Si scoprì in questa, nel mese di Marzo 1780. una stanza ben ampia, con altro molino da olio simile in tutto a quello antecedentemente trovato, e con piccioli frammenti di ferro della sua armadura. Nella stessa stanza vi erano due vasche con i vestigi di due strettoj, come può osservarsi nell'ingiunta Tavola I. Tutte le pareti di tale stanza come il suo pavimento, e le vasche, erano rivestite di calcina con mattoni pesti.

Description. Of the discovery, and restoration of an ancient oil mill

During the royal excavations of the buildings of ancient Stabia, several rural houses were discovered: one of these began to be excavated at the beginning of 1779, on the estate known as Oliaro, belonging to the Nuns of S. Michele Arcangelo of the City of Gragnano. At the beginning of February of the aforementioned year, at a distance from this building, an oil mill was found, composed of a concave basin with a small column in the middle, and two wheels in the form of convex spheres, each with a hole in the middle: all of which was made of very hard and rough volcanic stone……..

 

…….Another large rural house began to be excavated at the end of October 1779, in a farm called Casa di Miri, also belonging to the above-mentioned Monastery. In March 1780, a large room was discovered in this house, with another oil mill similar in every way to the one previously found, and with small fragments of iron from its framework. In the same room were two basins with the vestiges of two bottlenecks, as can be seen in the above-mentioned Table I. All the walls of this room, as well as its floor, and the basins, were lined with mortar with crushed bricks.

 

Vedi/See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, pp. 53-71, Tav. I, II, III.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Plan, cross section and detail of trapetum by Francesco La Vega.
See Grimaldi D. 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, Tav. I.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Plan, cross section and detail of trapetum by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, Tav. I.

 

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to plan, cross section and detail of trapetum by Francesco La Vega.
See Grimaldi D. 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, p. 68, Tav. I.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to plan, cross section and detail of trapetum by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, p. 68, Tav. I.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to plan, cross section and detail of trapetum by Francesco La Vega.
See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, p. 69, Tav. I.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to plan, cross section and detail of trapetum by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, p. 69, Tav. I.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Detail of mill by Francesco La Vega.
See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, Tav. II.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Detail of mill by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, Tav. II.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to detail of mill by Francesco La Vega.
See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, p. 70, Tav. II.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to detail of mill by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, p. 70, Tav. II.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Detail of parts by Francesco La Vega.
See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, Tav. III.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Detail of parts by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, Tav. III.

 

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to detail of parts by Francesco La Vega.
See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli: Stamperia Reale, p. 71, Tav. III.

Stabia, Casa di Miri. Room 24. 1783. Key to detail of parts by Francesco La Vega.

See Grimaldi D., 1783. Memoria sull' Economia Olearia Antica e Moderna, Napoli, p. 71, Tav. III.

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento - Last updated: 07-Apr-2023 16:12